Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Oz Amos
Titolo: La scatola nera
Editore: Feltrinelli
Un romanzo epistolare,che ha per scenario l’odierno stato di Israele, dove i protagonisti si scambiano lettere attraverso le quali apprendiamo molte cose sulla storia di questo paese negli anni settanta: un professore emigrato in America, Alex Gideon, la sua ex moglie Ilana, il loro figlio adolescente Boaz, il secondo marito di Ilana, Michel Sommo, un ebreo ortodosso di origini franco algerine. La storia si va componendo come un affresco che ci descrive le diverse anime che convivono nello stato di Israele, le diverse etnie, le diverse forme di religiosità, le diverse abitudini culturali e mentali: gli Stati Uniti, sullo sfondo, dove vive il professor Gideon, fanno da contraltare al miserabile mondo abitato dall’altro protagonista della storia, il piccolo ebreo che sembra un arabo, mentre la donna che è oggetto della loro contesa, Ilana, di origine polacca,alterna abitudini occidentali alle ristrettezze mentali del mondo degli ortodossi. Bellissima la scrittura di questo romanzo, soprattutto nello scambio fra Alex e la ex moglie,fra Alex e Michel. Terribili le pagine finali, con la descrizione della malattia mortale e dell’accudimento da parte di Ilana ad Alex, ridotto ad una larva, mentre Michel deve arrendersi all’amore totale dei due protagonisti e malgrado le sue pretese morali e religiose deve accettare l’inevitabile.

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